Tuttavia, francamente, si lei volesse pregare il professore D'Annunzio di un piccolo favore, mi farebbe la più specchiata cortesia.
Come lei comprenderà facilmente, ho assistito al Ferro, e sono ritornato a casa ne le cundizzioni del più profondo abbacchiamento.
Dico: ma ammappale queste famiglie dannunziane!...
Incomincio a credere che Salomè, quella che, quando era stufa di giocare con la pupazza, domandava al padre un par di teste di Iocananne, fusse figlia di qualcuna di queste tribbù di mandrilli sanguinari, che l'illustre poveta cava da la gabbia de la propria intelliggenza, per arifilarceli sulla scena.
Me la saluta lei Mortella?...
E quel signore Ismera, boglia, carogna, egoista, assassino, raggione per cui le donne quando lo vedono, se ne innamorano?
Lei mi ti dirà che questo accade puro ne la vita vera, e io ci so dire che la cammeriera de la contessa Scrocchiazzeppi ha riccontato a la moglie del pizzicagliolo in faccia, come qualmente quando ci fu il processo di quello che aveva disonorato la nonna e poi l'aveva cotta al forno, tutte le patronesse del Cummitato parrocchiale contro il turpiloquio, se n'erano innammorate.
Ma quello ci aveva anche una voglia di porco in faccia, mentre il signor Ismera nun ce l'aveva, o almeno ci aveva, diremo così, una voglia di suino metafisica.
Ma questo sarebbe gnente: da Più che l'amore al Ferro c'è un progresso: qui, almeno, il boglia, a la fine, l'ammazzeno, e a nessuno ci scappa detto di chiamarlo eroe.
Quello che me ti dispiace di più è che manca il chiaroscuro.
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Come ti erudisco il pupo
Conferenza paterno-filosofica ad uso dell'infanzia e degli adulti
di Luigi Lucatelli
Edizioni Cappelli Bologna pagine 188 |
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