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      Creda puro, era una cosa accusì innocuva, che a un certo punto, sentendo uno strumento che faceva gnau gnau me ti scappò detto: Povera bestiola!
      Per cui un signore coi capelli lunghi che ci dev'essere spesso perchè mi aricordo che l'hanno scorso mi dette alcune spiegazzione su la Cavalcata di quelle gentildonne delle Valchirie, si arivolta e me ti fa:
      Dice: Lei è musicista?
      Dico: No, ma mia moglie è zoofila, per cui si sapesse che in pieno secolo ventesimo ci sono dei professori d'orchestra che si permettono di chiudere un povero micetto nel trombone per farlo gnavolare al teatro, tirerebbe fori un barile e mezzo d'ideale infranto.
      Dice: Scusi, ma lei nun capisce il simbolo; quel gnavo, gnavo del gattino vorrebbe dire il tramonto del sole col conflitto della passione, l'arimpianto del povero ceco nonchè addio del passato, Funicolì Funicolà e chi la fa l'aspetta.
      Io ci detti un'occhiata che se era un colpo di spada arovinavo puro la poltrona, poi presi e mi soffiai il naso.
      - Che cosa dice?... fece lui.
      - Questa soffiata di naso, ci dissi io, è un simbolo col quale vol dire che si lei crede di acchiapparmi nel circolo, o prendermi in giro, come dice la plebbe, l'avverto che ci faccio entrare la capoccia nel contrabbasso.
      A questo punto fussimo interrotti, perchè il pubblico, visto che orchestra e cantanti, abbenchè pagati faceveno il commodo loro, disse: Figurati allora io che sono quello che pago!... E giù fischi, strilli, urli e altri generi commestibili che io mi dicevo fra me e me: Vòi vedere che è venuto fori Corrado Brando?


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Come ti erudisco il pupo
Conferenza paterno-filosofica ad uso dell'infanzia e degli adulti
di Luigi Lucatelli
Edizioni Cappelli Bologna
pagine 188

   





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