Ma mettiamola sull'altare del dovere e basta.
Prima di tutto credevo che con Basigliola avessimo esaurito la serie de le femmine matte e zozzaglione, e invece eccoti Salomè a petto de la quale Basigliola diventa una creatura di tre anni che gioca a pallino.
Almeno quella lì andava per Gratici e basta, ma questa va per capocce di uomo, la quale è robba che si vi aripenso, me ti si addrizzano quei quattro peli in testa.
E si la cosa piglia piede, oggi o domani si vedremo sul teatro una che ci piaceno i cani in avanzata putrefazzione o ezziandio l'arrosto di rigazzini in fasciola o quanto meno l'insalata di nasi tabaccosi.
Mi fa il piacere di dirmi perchè uno che si chiama Giovanni si deve mettere nome Jokananne?
E quella famiglia Erode me la saluta lei?... In mano a quell'imbriacone lì, con quella moglie e quella figlia, me li saluta lei quei poveri giudii.
È vero che puro Giovanni, non fo per dire, ci fa una figura un po', diremo accusì, esaltata. Si vede che la testa gli premeva poco, o vogliam dire, l'aveva presa in affitto.
Il fatto è che quando Salomè ariclama la sullodata testa, e ci intigna tanto: Voglio la testa di Jokananne, voglio la testa di Jokananne, voglio la testa di Jokananne, io dicevo tra me: Adesso il padregno gli dà un pignolo!... Invece gnente!
Al tempo mio le rigazze, quando aveveno dimandato una camicetta o un fazzolettino di seta era tutto quello che voleveno: adesso ci vonno le capocce di Jokananne.
Abbasta, passiamo a la musica.
Io, ai tempi miei, ero abbituvato che quando andavo al teatro, mi ariportavo sempre via qualche motivo, laddovechè qui invece mi sono ariportato via certi giramenti di testa che levati!
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Come ti erudisco il pupo
Conferenza paterno-filosofica ad uso dell'infanzia e degli adulti
di Luigi Lucatelli
Edizioni Cappelli Bologna pagine 188 |
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