Ci dissi che nun ci facesse caso, che anche quell'altri, meno Corrado Brando che era fenito male, a un certo punto quando tutti si erano arivoltati a guardarli per la cagnara che faceveno, e aveveno detto: Bè fori il capolavoro!... aveveno esclamato modestamente: Vogliamo un posto fisso al Ministero!
E tutto era fenito con un milledue qualunque.
Ma lei nun me ti ha dato retta nemmeno per facezzia, raggione per cui ho incominciato a dubbitare che questa volta le cose andassero a fenire a ugnatura...
Ha incuminciato a dire che abbisognava dare un colpo a la tradizzione, raggione per cui ha arifatto il letto per traverso, un cuscino da capo e uno da piedi, e ne consegue che fra la veglia e il sonno mi sognavo d'essere il conte Ugolino, che avevo trovato all'inferno il sor Bonaventura e viceversa ho dato un mozzico a un calcagno de la mia leggittima consorte. Ieri poi, un po' per il mozzico che ci faceva male, un po' per il solito colpo a la tradizzione, ha voluto provare a camminare con le mano e il sor Filippo che era entrato in cammera per domandare se ci aveva dato un punto a la giacca scucita, è aritornato addietro pallido come un morto, perchè dice così che per quanto guardasse nun era ariuscito a riconoscerla.
Invece ha cambiato il posto a tutti l'oggetti, per cui, quando sono andato per cercare una cicca di toscano nel consuveto barattolo indove le aripongo, il barattolo era pieno di conserva di pommidoro e ci ho avuto un'impressione che un'altro po' svenivo. Laddovechè la serva ha lasciato cadere le cicche ne lo stufato, che solo poi a odorarlo abbiamo stranutato per mezz'ora.
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Come ti erudisco il pupo
Conferenza paterno-filosofica ad uso dell'infanzia e degli adulti
di Luigi Lucatelli
Edizioni Cappelli Bologna pagine 188 |
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Corrado Brando Vogliamo Ministero Ugolino Bonaventura Filippo
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