Ci sarei infinitamente grato si mi ti schiarisse, salvando indove mi tocco, un dubbio.
Lei sa che da qualche tempo a questa parte, l'acciaccamento del pedone per mezzo di automobbile, da un semplice passatempo da dilettante, è diventata una consuvetudine assodata ed ezziandio pacifica.
Lei mi dirà che la cosa pare pacifica dal punto di vista dell'automobbile, comechè il pedone poterebbe avere qualche cosa in contrario, ma siccome novantanove volte su cento il pedone, doppo questi incidenti, te si chiude nel più assoluto riserbo, e nun parla nemmeno se lo riammazzi, accusì noi siamo illuminati solo dal parere dell'automobbile il quale dice che ha raggione lui.
Però, siccome questo fatto ti viene a formare qualche cosa come un nuovo stato giuridico del pedone, io che sono ascritto a questa categoria, averei piacere che lei mi dilucidasse, con rispetto parlando, alcuni punti.
Quando accade qualcuno di questi fatti, il pubblico te si divide in due categorie: quelli che dicheno: ha torto lo sciaffèr, e quelli che dicheno: sono i pedoni che nun sanno fare l'obbligo loro.
E in quest'ultimo caso è certo che il meno che si meritiamo è di essere acciaccati, perchè si in tanti secoli che l'omo te si è reso autonomo da la scimmia, tantochè gli si è aritirata la coda, e cammina su le zampe di dietro, non abbiamo ancora imparato a camminare, vol dire che stiamo al mondo come tanti cani senza museruola e ha raggione l'acchiappacani.
Con cui, però, vorrei che ci facessero il favore di dirci come dobbiamo fare, perchè io ho provato in tutti i modi, vòi con una gamba sola, vòi con le mani e coi piedi.
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Come ti erudisco il pupo
Conferenza paterno-filosofica ad uso dell'infanzia e degli adulti
di Luigi Lucatelli
Edizioni Cappelli Bologna pagine 188 |
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