Ma doppo due giorni mi toccherebbe di levare le pezze che ci ho al fondo dei calzoni per metterle a le ginocchia, e allora l'occhio del mondo me lo saluta lei? Perciò sono aritornato a la maniera antica che, evidentemente, nun va più bene.
Con cui me ti sento conturbato come Aliggi, quando il padre ci diceva: Si ti sguercio un occhio è ben fatto! Comechè qui l'automobbile ci imbriaca di puzze a machina, e è ben fatto; ci acciacca sotto le rote, e è fatto benissimo; ci appiccica al muro come tante calcomanie, e è fatto a perfezzione; quindi è certo che senza mancare di arispetto all'automobbilisti, vorrei sapere si è ben fatto che noi seguitiamo a girar per le strade.
Io dico che ci averessimo tutta la bona volontà di imparare, ma si seguitiamo accusì, quando averemo imparato bene bene, saremo morti tutti acciaccati e, lei vede a occhio nudo, un po' tardi per mettere in pratica l'insegnamento.
Laonde, per metterci un paliativo credo che si poterebbe fare accusì: un giorno far sortire un manifesto: "Oggi si acciaccheno le seguenti categorie: impiegati, diputati e senatori, donne mancipate, scontisti e sonatori di flauto; domani viceversa tocca a le levatrici, callisti, militari bassa forza, cerinari e femministe".
Accusì lei vede chiaramente che si lascerebbe un po' più di margine per i superstiti.
Si no, lei si deve figurare che casa mia è diventata qualche cosa che a chiamarla purgatorio, mi ci becco una querela da Belzebbù.
Si figuri che Terresina, tutte le volte che esce, dice che si sente le fitte nell'occhio pollino il quale è un presentimento che ci accadrà qualche cosa, per cui ti bacia il pupo, spolvera la corona di fiori d'arancio che sta sotto la campana, e va via con un'aria accusì fatale, che al pupo ci vengono le lagrime all'occhi e si soffia il naso in tutte le tendine de le finestre.
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Come ti erudisco il pupo
Conferenza paterno-filosofica ad uso dell'infanzia e degli adulti
di Luigi Lucatelli
Edizioni Cappelli Bologna pagine 188 |
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Aliggi Belzebbù Terresina
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