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      Ne consegue che quando entreno questi, lo stendardo de la libbertà gli toccherà a alzarselo da sè, perchè si nun trovo uno scontista che mi presta il fiato, con quello che ci ho nun glie la faccio davero
      .
      Lui mi guardò e fece un sorrisetto amaro; poi disse:
      Come siete materiale!... Si vede che l'ideale nun lo sentite!... E io che, quando ti sento la marcia reale, qualunque cosa ci abbia, ti divento un altro
      .
      Così fu che mi dette una lira, che allora si chiamavano papetti, ma l'affare della marcia reale era un po' esaggerato perchè quando perse l'affare del lascito dell'Orsoline, e io gli andetti in cammera facendo: "Tarazun, tarazun, tarazun!", lui mi tirò una scarpata che, se mi piglia, addio Oronzo!...
      Detto un fatto ti riva quel gran giorno che sentimio le cannonate da tutte le parte e la superiora delle carmelitane si aripparò da noi allo studio suo per pavura di qualche palla.
      Era tanta la pavura che volle stare allo scuro.
      A un tratto ti sentii li strilli, le trombe e la voce de la libbertà; me si messe una cosa davanti all'occhi, aprii la porta de lo studio e strillai: Sono entrati!...
      E la superiora strillò: Uddìo!... ha visto tutto!...
      Per cui a la sera ebbi il benservito, persi il posto e l'avvocato mi liquidò trenta papetti di arretrati.
     
     
      CAPITOLO IVIndove mi si aprono tre porte e ottengo il posto.
     
      Entrati questi, io mi ti arimasi di fuori e per circa quattro mesi tirai avanti pascendomi di illusioni al bengalla, e di entusiasmi giovanili, e ero rivato al punto che quando mi soffiavo il naso facevo piano piano per pavura che mi arestasse l'anima nel fazzoletto.


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Come ti erudisco il pupo
Conferenza paterno-filosofica ad uso dell'infanzia e degli adulti
di Luigi Lucatelli
Edizioni Cappelli Bologna
pagine 188

   





Orsoline Oronzo Uddìo