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Fenito di ballare andassimo al buffette, indove ci offrii un supplì e intanto che ci arinfrescavamo ci feci:
Ma sa, signorina, che lei recita divinamente?
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Lei mi fece un sorrisetto e disse:
Lei è molto buono, mi arangio come posso, ognuno si agliuta con l'ugne sue
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Abbasta, quella sera, quando tornai a casa me si incominciava a confondere il passato al presente e mentre mi magnavo l'ultima cartata di zibbibbo della tabbaccaglia, me ti venne come un rimorso; aprii la finestra e la buttai via, insieme con due scatole di ciragge e un laccio de le scarpe che tenevo fra le paggine dell'Ebbreo Errante.
La notte mi sognai i due sergenti che si litigavano Terresina, e l'agliutante Valmore che abbracciava Sofia e uno spuntasigheri che gli agliutava con l'ugne sue.
Per farcela breve, tutte le domeniche aritornai a la filodrammatica e in capo a un mese sapevo i Due sergenti come l'avemmaria e una sera che il caporale Senzaffanni era indisposto, mi prestai gentilmente e me la cavai con plavuso di tutti.
Dacci oggi e ridacci domani, l'amore, salvognuno, è come un pedicello che, più lo stuzzichi e più s'infiamma, fintantochè nun ti viene a capo.
E fu così che una sera aripresi la penna e ti scrissi la seguente lettera:
Egreggia signorina,
L'altra sera lei notò che io ero pallido e mi disse che ci parevo Iacopo Ortise: ci confesso che lì per lì ci ho avuto quasi un moto, come sol dirsi, di aribellione e di gelosia, ma poi mi sono informato e ho saputo che è il fatto d'un libro.
Nun so se i miei sguardi, le mie parole e l'inciampicone che presi entrando in palcoscenico perchè lei, mi guardava, ci hanno fatto capire quello che ci ho dentro: ad ogni modo come disse Cesare alla Berresina, il dado è tratto, e si lei nun mi ha penetrato, adesso ce lo dico io.
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Come ti erudisco il pupo
Conferenza paterno-filosofica ad uso dell'infanzia e degli adulti
di Luigi Lucatelli
Edizioni Cappelli Bologna pagine 188 |
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