Nel mondo antico i Greci furono il popolo eletto, a cui la Provvidenza confidò l’educazione intellettuale dell’umanità, ed a cui diede il più vasto e lungo impero che sia stato su la terra, perchè fu impero d’intelligenza. Come Venere uscita delle acque in una conca marina in mezzo alle Nereidi, così l’Ellade circondata dalle sue isole sta fra l’Asia minore e l’Italia, alle quali porge la mano valicando il breve mare che non le sèpara ma le unisce. In questa regione lieta e frastagliata dalle acque più che ogni altra di Europa, era un popolo d’intelletto potente, di vivida fantasia, e di caldi affetti, che però sentiva un forte e continuo bisogno di godimenti intellettuali, cercava in ogni cosa il vero, e come ei lo apprendeva, lo apriva facilmente con la parola, che fa crescere il pensiero come l’aria fa crescere e vegetare la pianta. Dotato di mirabile ed unica armonia di anima, che traspariva dalle leggiadre fattezze del corpo, questo popolo nella sua serena giovanezza creò e trovò quanto doveva servire d’esempio a tutte le generazioni future: da Omero a Demostene rappresentò le più perfette forme del bello; da Talete ad Aristotele trovò le più riposte forme del vero: e Demostene ed Aristotele furono i due ultimi grandi esempi, le due ultime grandi creazioni della Grecia. Nell’età matura insegnò e diffuse quanto aveva creato e trovato nelle arti e nel sapere: ed ecco la libertà creatrice cadere, e sorgere la monarchia propagatrice d’Alessandro, la quale dividendosi diffonde la civiltà tra i popoli; ed il Greco uscito dell’Ellade si accasa e domina in Asia, in Siria, in Egitto, e da per tutto sparge sapere e gentilezza.
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