Oggi gl’Inglesi hanno il medesimo istinto, portano la lingua loro e la civiltà di Europa nelle più remote regioni della terra, e sia sotto il polo, sia nei bollori della zona torrida rimangono sempre inglesi. Le colonie greche non furono punto inferiori alle città donde uscirono, anzi talune divennero più potenti e più ricche, ed accrebbero il comune patrimonio del sapere. Le colonie italiche ebbero due grandi scuole di filosofia, la pitagorica e l’eleatica; furono prime insegnatrici di eloquenza, trovarono e perfezionarono la commedia, portarono le arti ed il lusso a mirabile squisitezza in Taranto e in Sibari; e difesero in Sicilia la libertà di tutti i Greci combattendo contro i Cartaginesi ad Imera nello stesso giorno che fu combattuto a Salamina. Le colonie d’Asia si gloriavano della prima filosofia insegnata da Talete fondatore della scuola ionica, ebbero il primo grande storico, e forse il primo ed il massimo dei poeti. E quasi in ogni città delle tante che i Greci fondarono in ogni regione, nacquero ingegni potenti nelle scienze e nelle arti: e così il sapere per il lavorio di tanti intelletti che avevano la stessa natura, ma in diversi luoghi e modi e per diversi aspetti contemplavano la verità e la bellezza, crebbe come da un sol tronco in molti rami e produsse maravigliosi frutti. Ma poi che la civiltà greca fu fatta e compiuta, il pensiero seguendo sua natura e sempre più aprendosi e dilargandosi, scioglie l’armonia greca, per comporre un’armonia assai più vasta.
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