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      Eppure la scienza, per essere perfetta come scienza, doveva interamente staccarsi dalla vita reale, diventare una pura astrazione, e giungere fino a negare sè stessa, per poi affermarsi in una forma più ampia e riabbracciare la realtà vera tuttaquanta. Erano già dilargate assai le cognizioni, i bisogni cresciuti, e la scienza che andava più e più disciogliendosi da ogni legame con la vita, non poteva correggere quei costumi, soddisfare a quei bisogni, e contentare gli avidi intelletti; e rimase inutile, e però fu disprezzata, anzi talora odiata da molti che la credettero nociva alla virtù operativa, specialmente i Romani che la conobbero quando ella era giunta a questo termine. A ciò si deve aggiungere che i filosofanti, che avevano la mente fuori del mondo, e non intendevano i bisogni del mondo, prosumevano stoltamente di dare leggi e consigli agli uomini, che ormai ne sapevano più di loro, erano migliori di loro, e non volevano le loro astrazioni. Questa a me pare la cagione per la quale la prima scienza generatrice di tutte le altre fu tanto spregiata e generalmente abborrita dagli uomini discreti di quel tempo. Ella non era più; e noi che da lontano riguardiamo al secondo secolo, vediamo che ella aveva già compiuto il suo primo periodo, e pareva sterile, perchè stava per entrare in un altro momento, per ringiovanire con l’idea cristiana, e rinnovare il mondo.
      XX. Fra le tante dottrine filosofiche, tre specialmente erano più sparse nel secondo secolo, l’Epicureismo, lo Stoicismo, e lo Scetticismo: le altre erano ristrette nelle scuole, nei libri, e nelle solitarie speculazioni di pochi studiosi.


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Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini
Volume Primo
di Lucianus
Edizione Le Monnier Firenze
1861 pagine 494

   





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