Dall’Apologia sappiamo che egli essendo già provetto negli anni fu Procuratore imperiale in Egitto, e tenne gran parte di quel governo con provvisione di molti talenti. Questo alto uffizio che era tutto giudiziale forse gli fu dato da Marco Aurelio, che potè averlo udito in Atene, e pregiatone l’ingegno e le cognizioni. Quando, dove, e come si morisse è ignoto: nell’Ercole e nel Bacco si dice molto vecchio: e da quei due ragionamenti si può congetturare che forse Commodo lo privò dell’uffizio di procuratore, ed ei negli ultimi anni suoi dovette ritornare a dar saggi di eloquenza por sostenere la vita. Altro di lui non trovo scritto, e non so donde alcuni abbiano saputo che ei visse settanta ed anche ottanta anni. Nè meriterebbe alcuna menzione la favola spacciata da Suida più di due secoli e mezzo dipoi, che egli morì divorato dai cani; se questa favola non valesse a dimostrare il mirabile effetto delle satire di Luciano, e l’odio che gli portavano tutti gl’impostori anche nei tempi appresso, perchè in quelle si riconoscevano dipinti e si sentivano offesi. Se non che Suida, cristiano zelante, ma scrittore di poco giudizio, potè confondere i due Luciani, ed appiccare all’antico e famoso la favola probabilmente inventata pel secondo; il quale per essere amico dell’imperator Giuliano, fu certamente nemico dei Cristiani, e, se scrisse il Filopatride, doveva essere dai Cristiani abborrito e maladetto come un empio.
XXVII. Ma se per manco di notizie non possiamo fare la storia della sua vita, possiamo, considerando bene le sue opere, ritrarne l’ingegno: imago mentis æterna; e sarà più importante ed utile.
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