Nelle sue opere in generale tu non iscorgi quella specie d’intelletto che non comprendendo il mondo reale, e non trovandovi nulla da nutrirsene e contentarsi, si crea un mondo ideale di speculazioni filosofiche, o d’immaginazioni religiose, e in esso ritirasi e vive di memorie e di speranze; ma un intelletto che raccoglie il mondo greco a lui presente, lo conosce, lo giudica, e benchè vi sia in mezzo, pure si sente pienamente libero da esso e superiore ad esso, perchè non crede a nulla, e si ride di ogni cosa. Il problema dell’eterno e terribile contrasto tra il bene ed il male, tra il vero ed il falso, che la scienza e la religione si sono tanto e vanamente affaticate a sciogliere, per lui è sciolto facilmente: perocchè nè il bene nè il male, nè la verità nè l’errore sono cose reali per lui: la scienza e la religione sono impotenti e vane; il mondo è vuoto, ed in esso esiste solamente la bellezza che riempie questo gran vuoto, e dà colore e moto alle apparenze che sono credute sostanze. Il sentimento non fa conoscere la verità, perchè è cieco e senza il lume della ragione; l’intelletto non sa ritrovarla, perchè ha corte l’ali, e dopo tanti secoli e tanti sforzi non l’ha raggiunta, nè la raggiungerà mai; la sola immaginazione sa cogliere i pochi fiori che sono nell’universo, e ne gode, perchè essi sono la sola verità che l’uomo può raggiungere, che è reale per lui, e non gli dà dolori, e non lo turba: tutto il resto è dolore ed errore. Con la immaginazione Luciano vede sì il contrasto che è nelle cose, ma solamente al di fuori, non penetra dentro, però non se ne commuove, nè si confonde e dispera; anzi tiene questo contrasto come un’apparenza, e vi scherza, e si piace a rappresentarlo come uno spettacolo di bellezza.
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Luciano
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