L’unica dottrina in cui egli avrebbe potuto adagiarsi e trovarla conveniente all’abito della sua vita ed alla professione di retore da lui esercitata, sarebbe stato lo scetticismo; ma lo scetticismo scientifico pareva superato dallo scetticismo pratico; e Luciano prima di attendere alla filosofia si trovava già più innanzi di questa dottrina. Egli è fuori della scienza, e però la deride: e deride ancora, e forse più amaramente, lo scetticismo scientifico,(12) perchè questo non conservando nè distruggendo nè creando nulla, ma solamente dubitando, era oppostissimo all’arte essenzialmente creatrice, e però doveva spiacere a chi era nato artista. Quando dunque diciamo che Luciano fu scettico, non intendiamo di dire che ei fu filosofo scettico, ma vogliamo indicare a quale forma della scienza appartiene la sua opinione. Egli non dubita, ma sicuramente nega e distrugge tutto: non però si piace del vuoto nulla, ma come artista crea un altro mondo, nel quale pone a sommo bene non il piacere, come facevano i comuni epicurei, ma la bellezza. Così mi spiego perchè egli loda spesso Epicuro, il cui principio egli nobilitò e rendette artistico. Per sua natura egli non poteva esser filosofo, nè seguire alcuna setta: e per la condizione in cui era la filosofia egli doveva deriderla tutta quanta, perocchè essa non bastava più a quel tempo, era diventata un’astrazione sterile, era fuori della vita, e tutti sentivano che ella era impotente a fare alcun bene e a ritrovare alcun vero. Il Cristianesimo che venne indi a poco è una chiara pruova che il sentimento generale era giusto, e che Luciano aveva ragione di deriderla.
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