Pagina (106/494)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Questa maniera schietta e naturale usata da Plutarco nel narrare le vite degli uomini illustri, è più efficace a dipingere la vita privata e modesta di un filosofo. Io per me credo che questa operetta sia di Luciano, perchè ci vedo la sua idea, e la sua maniera: solamente lo stile mi fa sospettare che ei la scrisse giovane, e pieno la mente dell’immagine di quel buon vecchio che gli Ateniesi amarono ed onorarono sinceramente anche dopo che fu morto. E vedo ancora che nei motti e nelle piacevolezze del filosofo è nascosto lo scrittore satirico, il quale si piace e si diffonde a riferirli.
      LVIII. Il trattatello Di non credere facilmente alla Dinunzia ha un concetto morale ed utile alla vita, una forma discorsiva piacevole ed elegante, ed è composto benissimo, come dice il Weise. Il che a me non pareva interamente quando io lo voltavo in italiano. Imperocchè giunto a quel luogo dove dice che il dinunziante talvolta può essere un uomo dabbene e giusto, come fu Aristide che calunniò Temistocle, e come fu Ulisse che insidiò Palamede, soggiunge queste parole: Che si dirà di Socrate ingiustamente calunniato appo gli Ateniesi, come un empio ed un insidiatore? e di Temistocle e di Milziade, che dopo cotante vittorie vennero in sospetto come traditori della Grecia? Ci ha mille esempi, e quasi tutti conosciuti. Le quali parole non si accordano punto ai concetti precedenti, perchè gli uomini giusti che talvolta possono calunniare non han che fare con Socrate, Temistocle e Milziade che furono calunniati.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini
Volume Primo
di Lucianus
Edizione Le Monnier Firenze
1861 pagine 494

   





Plutarco Luciano Ateniesi Dinunzia Weise Aristide Temistocle Ulisse Palamede Socrate Ateniesi Temistocle Milziade Grecia Socrate Temistocle Milziade