L’Ermotimo in una forma platonica racchiude uno scetticismo volgare, ed io non lo tengo dei più fini lavori di Luciano.
LXXII. L’Accusato di due accuse contiene importanti notizie intorno la vita di Luciano, delle quali abbiamo ragionato innanzi; ed è uno dei dialoghi più belli, un quadro di tutto il mondo greco, nel cui centro è Luciano stesso, che osserva quanto gli sta intorno e ride. Tu lo vedi col suo scetticismo religioso e filosofico, col disprezzo che aveva per le inezie rettoriche, e pei dotti vanitosi del suo tempo, rispondere a chi lo accusa, parlare sicuramente di sè, e rovesciare il ranno addosso a chi l’offende. In Atene tutta la greggia degli studianti doveva accusarlo di leggerezza e di mutate opinioni: i retori lo biasimavano di aver lasciata la rettorica, onde aveva tratto gloria e ricchezze: ed i filosofi di avere apprese le loro dottrine per beffarle, di avere studiato Platone per guastarne l’arte. A queste due accuse ei rispondeva trafiggendoli, e dicendo: Lasciare il peggio per appigliarsi al meglio non è leggerezza ma buon giudizio: molti grandi ed illustri così mutarono, e sono lodati. Polemone da giovane scapestrato diventò filosofo; Dionisio da stoico diventò epicureo; Aristippo da severo diventò voluttuoso; Diogene lasciò il banco e Pirrone la pittura, e si diedero alla filosofia. Perchè biasimate me che ho lasciata la rettorica e la filosofia, e mi sono messo a scrivere dialoghi? E qui naturalmente doveva allegare molte ragioni per dimostrare come la rettorica era scaduta, e non più professione per un uomo onesto, e come la filosofia ridotta a vuote disputazioni non poteva piacere ad un uomo di senno.
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