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      Luciano che non pregiava molto la sapienza cortigiana, avrebbe detto ad Ateneo: Sì, raccoglili a mensa, e vedrai che staranno insieme come un sacco di gatti, non saranno dipnosofisti, ma dipnolapiti. Infatti i convivanti lapiti di Luciano recitano versi e dicerie, come i sofisti di Ateneo; ed alcuni hanno gli stessi nomi e la stessa appellazione, come il divino Iono. Ad ogni modo se questo dialogo non è la satira dei dipnosofisti, se non fu scritto a posta per pungere Ateneo, è scritto certamente con intendimento contrario a quello d’Ateneo. Ora dove sono meglio dipinti i filosofi ed i savi del secolo, in questo Convito o nei Dipnosofisti? Ateneo si traportò in un tempo antico, e ci rimase nella sua opera una raccolta di tutte le cognizioni che erano nel tempo suo: Luciano dipinge con più verità gli uomini della sua età, e fa un’opera d’arte che riesce bella ed allegra: l’uno è un erudito, l’altro è un artista. Egli è vero che lo stile e la lingua di questo dialogo non hanno il candore ed il nitore lucianesco: ma se esso è una caricatura, come io sospetto, lo stile dev’essere un poco sforzato: e se io avessi l’opera di Ateneo, vorrei vedere se quella che non pare semplicità, sia pieghevolezza ed imitazione naturalissima. È questa una tentazione che m’è venuta, e l’ho detta per quanto vale. Quello che mi pare certo è che il dialogo è piacevole, e dimostra ciò che Luciano cerca sempre dimostrare, che la più parte dei savi di quel tempo erano una gente prosuntuosa che diceva grandi paroloni, mentre era fitta in una fangaia di vizi e di turpitudini.


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Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini
Volume Primo
di Lucianus
Edizione Le Monnier Firenze
1861 pagine 494

   





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