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      Vediamo come Luciano parla dei cristiani. Poichè Peregrino per i suoi misfatti fu costretto a fuggire dalla patria, capitò nella Palestina, dove apprese la mirabile sapienza dei cristiani. Questo farsi cristiano dopo una vita scorretta e dopo grandi delitti, è cosa confermata da mille esempi nella storia. In breve tempo questo furbo, che era intelligente assai e destro, sorpassò i sacerdoti ed i dottori cristiani, e diventò profeta, e interpetre, e spositore, e scrittore ancora dei libri sacri: sicchè i cristiani lo stimavano come un dio, lo tenevano come legislatore, lo intitolavano loro capo. Infatti essi adorano quel grand’uomo che fu crocifisso in Palestina, perchè introdusse questa nuova religione nel mondo. Incarcerato come cristiano, fu da ogni specie di cristiani aiutato, visitato, sovvenuto; le vedove e gli orfani lo servivano, i principali andavano in carcere ad intrattenersi con lui, e lo tenevano come il loro Socrate; le città gli mandavano ambasciatori e danari, ed ei ne raccolse assai. Perocchè questi sciagurati credono che saranno immortali e che vivranno nell’eternità: però spregiano anche la morte e le vanno incontro. Poi che il loro primo maestro li ha persuasi a tenersi fra loro come fratelli, quando essi abbandonano gli Dei de’ Greci, adorano quel loro sofista crocifisso, vivono secondo le sue leggi, spregiano ogni cosa, hanno tutto in comune esattamente. Sicchè se entra fra loro un uomo astuto e destro, tosto si fa ricco, avendo a trattare con uomini ignoranti.


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Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini
Volume Primo
di Lucianus
Edizione Le Monnier Firenze
1861 pagine 494

   





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