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      Ecco tutto il gran male che un pagano dice dei cristiani! li chiama sciagurati ed ignoranti, ma buoni e soccorrevoli tra loro. Un pagano che non credeva nella divinità di Cristo, pur l’onora, perchè lo chiama quel grand’uomo che fu crocifisso in Palestina, e sofista crocifisso; e dice non per ironia che la sapienza de’ cristiani è mirabile, ma davvero, perchè ella era nata da un grand’uomo, e praticata da gente di bontà e credulità mirabile. Ora dire che Luciano in quest’opera deride Cristo e i cristiani è la più grande e sciocca bugia che sia stata detta, e che si riconosce subito da chiunque si fa a leggere questo scritto. Luciano, come pagano, e come quel satirico scrittore che egli è, tratta benignamente i cristiani; non come Tacito, che li chiamò nemici del genere umano: egli biasima solamente Peregrino, pessimo uomo, cattivo cristiano. E questa moderazione che egli usa parlando dei cristiani, ci dimostra chiaro che egli non si lasciava traportare da passione, e diceva il vero quando vituperava quel tristo che dai cristiani istessi fu infine conosciuto e scacciato dalla loro comunione, quel Proteo che anche dopo la morte doveva pigliar nuove forme, e dalla superstizione essere ascritto tra i martiri. Oh come la superstizione stravolge gli uomini ed i giudizi! Un onesto pagano che parla moderatamente e con certo rispetto del cristianesimo, e lo dice mirabile sebbene nol conosca, è un empio; ed un parricida che si mette la maschera di cristiano, è un santo. Infine non avendosi che altro dire, si ricorre a supposizioni, e si afferma che in questa opera sono stati soppressi molti dispregi che vi eran detti dei cristiani, e si addita anche una lacuna nel cap.


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Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini
Volume Primo
di Lucianus
Edizione Le Monnier Firenze
1861 pagine 494

   





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