Ma i fatti che egli narra, avvennero quand’egli era nel vigore degli anni, e famoso, e aveva suo padre (cap. 56), ed era pieno di baldanza giovanile, sì che non seppe ridere dell’impostore, e volle irritarlo. Egli si scusa di scrivere la vita di costui, che avria dovuto essere dimenticato, o gittato alle fiere, dicendo di fare il volere dell’amico, ed allegando l’esempio di Arriano, discepolo di Epitteto, prode capitano ed istorico, il quale scrisse la vita di un Tilliboro ladrone. Ed Arriano, governatore della Cappadocia, forse fu quell’amico che gli diede i due soldati che lo salvarono, quand’egli morse la mano al profeta. Tutta la vita di questo furbo, dalla sua fanciullezza, è narrata con molti e minuti particolari, che Luciano sapeva solamente per fama, e forse potè esagerarli per odio. Ognicosa è dipinto al vivo: la persona bellissima, l’ingegno ardito, le prime furfanterie della giovanezza, il disegno di stabilire un oracolo, tutta quella commedia onde l’oracolo fu stabilito, i prodigi che faceva il nuovo iddio, le risposte che dava, la celebrazione de’ misteri, nei quali Alessandro faceva da ierofante e da Adone, e la moglie di un procuratore faceva da Venere, e quei mascalzoni di Paflagoni fetenti d’aglio, che gli facevano coro, e gridavano: viva Alessandro! tutto è descritto mirabilmente. Il carattere di Rutiliano è forse più importante del carattere di Alessandro stesso; perchè, essendo dipinto senza odio, pare più vero. Quel patrizio romano, bravo nelle faccende di governo, ma sì perduto di superstizioni, che se pur vedeva una pietra unta di olio o con una corona sopra, tosto smontava del cocchio e adorava e pregava per molte ore; che mette sossopra tutta Roma e la corte parlando del nuovo oracolo, e spedisce corrieri sopra corrieri a consultarlo; che, vecchio com’è, sposa la figliuola di Alessandro; e che dopo la morte di costui non ardisce di succedere egli al profeta, nè vuole che altri gli succeda, è un uomo vero e vivo con tutti i vizi e la virtù d’un Romano di quel tempo, e tu ne ridi come ne rideva Luciano, ma senza odiarlo.
| |
Arriano Epitteto Tilliboro Arriano Cappadocia Luciano Alessandro Adone Venere Paflagoni Alessandro Rutiliano Alessandro Roma Alessandro Romano Luciano
|