Nil sub sole novum.
LXXXVIII. Il libro intitolato la Dea Siria contiene la descrizione del famoso tempio di Gerapoli, e della religione che ivi era, delle feste che si celebravano, dei riti, dei sacerdoti, del culto. Poco giudizio, nessuna arte vi trovi: unico pregio, e non piccolo, è una mirabile trasparenza dei pensieri in una lingua schiettissima: ti pare di leggere una scrittura ascetica del nostro trecento, così rozza, semplice, scucita, e così efficace. Non può essere di Luciano; o egli doveva avere due nature diverse ed opposte. È stimata importante per molte antiche notizie che ci ha conservate; e forse per questa ragione è stata messa tra le opere di Luciano. Ma io non farei molto capitale, e non formerei giudizio sicuro sopra notizie fornite da persona che tutto crede, ed è di poco conoscere.
COSTUME.
LXXXIX. Ognuno sa che specie di feste erano i Saturnali. Luciano ce li dipinge in alcune leggiadrissime operette. La prima è un dialogo tra Saturno ed il suo povero Sacerdote, nel quale si descrive l’allegria della festa, si parla dell’origine e della ragione di essa, e si ride piacevolmente di alcune favole intorno a Saturno, spacciate dai poeti e credute dal volgo. La festa è bella, il costume è buono, serbiamolo senza queste favole sciocche. La seconda è il Saturno-Solone, ossia il Legislatore dei Saturnali, che è una specie di programma piacevole, cui seguono le leggi che governar dovrebbero la festa, e che paiono una parodia delle leggi di Solone. In terzo luogo vengono le Lettere Saturnali, che sono quattro.
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