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      CAPO QUARTO.
      TRADUZIONE ITALIANA DELLE OPERE DI LUCIANO.
     
      XCVII. Quale utilità possono recare le opere di Luciano al secolo presente, ed alla nazione degl’Italiani, pei quali è fatta questa traduzione? Credenze, sapere, costumi, lingua, tutto ora è mutato e diverso dall’antico; pure i vizi e le sciocchezze che Luciano derise, rimangono e rimarranno sempre, sebbene piglino altre forme: e la verità che egli disse, siccome non era nuova al suo tempo, così non è vecchia nel tempo nostro, e giova sempre ripeterla. Io non desidero nè credo che oggi nascano scettici come Luciano, perchè chi non crede a nulla non opera nulla, ed ogni impresa grande nasce da grande persuasione: oggi l’umanità tutta quanta sente il bisogno di edificare non di distruggere, di unire non di separare, e riconosce che il vero sta nella coscienza universale non nella individuale. L’importanza che hanno le opere di Luciano è quella che ha ogni opera d’arte, ogni rappresentazione del bello, ogni concetto che trasparisca mirabilmente in una forma. Venere ed Apollo non sono più iddii, ma le due statue greche che li rappresentano sono due capilavori. I Greci, e Luciano tra i migliori, furono eccellenti per questa trasparenza del concetto nella forma, per questa schiettezza nell’espressione: la quale, a mio credere, procede non pure da intelligenza viva, ma ancora da animo abituato a libertà e verità, ed abborrente da ogni ipocrisia: però le loro opere giovano non pure all’intelletto, ma alla morale, e in certo modo ci dispongono ad essere leali e franchi.


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Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini
Volume Primo
di Lucianus
Edizione Le Monnier Firenze
1861 pagine 494

   





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