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      Non ti sfuggirà nulla del passato, nulla che al presente convien fare, e con me prevederai anche il futuro: insomma tosto io t’insegnerò tutte le cose divine e le umane. E tu ora poveretto, e figliuolo d’un tale, e che consultavi non so che intorno ad un’arte così ignobile, tu in breve sarai da tutti invidiato, onorato, lodato, pregiato per il tuo valore, riguardato dai nobili e dai ricchi, rivestito di questa veste (e mi mostrò la sua che era splendidissima), creduto degno dei primi uffizi e dei primi seggi. E se anderai in altri paesi, non vi sarai nè sconosciuto nè oscuro, chè io ti darò tanto lustro, che chiunque ti vedrà, scotendo il vicino e mostrando te a dito, dirà: Questi è colui. Se accaderà qualche grave caso o agli amici o alla città tuttaquanta, in te riguarderanno tutti: e dove tu parlerai, tutti ti ascolteranno a bocca aperta, ammirandoti, e dicendo: beato lui che parla con tanta facondia, e beato il padre che l’ha generato. Si dice che alcuni di uomini diventano iddii: ebbene, tale io ti renderò: chè quando uscirai di vita, non cesserai di startene coi savi, e converserai con gli uomini migliori. Vedi Demostene di chi era figliuolo, e chi lo feci io divenire? Vedi Eschine, figliuolo d’una sonatrice di tamburello, quanto fu carezzato da Filippo per amor mio! E Socrate stesso, allevato dalla Scultura, e poi, veduto il suo meglio, lasciatala, e venuto nelle braccia mie, quanto è celebrato nel mondo! Or tu lasciando da banda tanti e tali uomini, ed opere splendide, e scritti sapienti, e nobile aspetto, e onori, e gloria, e lodi, e primi seggi, e potenza, e uffizi, e il plauso che si dà alla facondia ed alla prudenza, tu ti metterai indosso una vestaccia impolverata, piglierai l’aria d’un servo, e con in mano leve, scalpelli, martelli e raspe, starai curvo sul lavoro, prostrato proprio a terra, non solleverai mai il capo, non avrai mai forti e liberi pensieri: attenderai a dare acconcezza ed ornamento alle tue opere, e non baderai ad essere tu acconcio ed ornato, anzi renderai te stesso da meno dei sassi.


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Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini
Volume Primo
di Lucianus
Edizione Le Monnier Firenze
1861 pagine 494

   





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