Dicendo ella così, io non aspettai che finisse, e decisi: lasciai quella brutta e artigiana, e me n’andai dall’Eloquenza tutto lieto, massime perchè mi venne a mente quel randello, e le gran picchiate del giorno innanzi che incominciai l’arte. Ella così piantata, primamente sdegnossi, e battè le mani, e arrotò i denti; poi, come Niobe, rimase immobile e si mutò in sasso. Se la cosa vi parrà strana, credetela pure; chè i sogni fanno vedere maraviglie.
L’altra volgendosi a me, disse: Ed io ti ricompenserò di questa giustizia con la quale hai giudicato questa lite. Vieni, monta su questo carro (e mi mostrò un carro con alati cavalli simili al Pegaso), acciocchè tu veda quali e quante cose avresti ignorato, se non m’avessi seguito. Come io montai, ella prese le briglie e guidò: ed io levato in alto andava contemplando dall’Oriente sino all’Occidente città, nazioni e popoli, spargendo come Trittolemo certi semi su la terra;(28) ma non mi ricorda più che semi eran quelli, se non che mi sovviene che gli uomini di giù rimirando mi lodavano, e dovunque io m’avvicinavo in quel volare, m’accoglievano a grand’onore. Poichè ella mostrò a me tante belle cose, e me a quelli che mi lodavano, mi ricondusse in patria non più vestito di quella veste che avevo quando montai sul cocchio, ma mi pareva tornarci da gran signore. Ed avendo ella scontrato mio padre che mi stava aspettando, gli mostrava quella veste, e l’aria con che io tornavo, e gli ricordò ancora che poco mancò e non mi rovinava la consulta fatta su di me.
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