Prometeo. Se mi scioglierai, io ti darò una ricompensa, o Giove; ti avviserò di cosa molto importante.
Giove. M’inganni tu, o Prometeo?
Prometeo. Ed a che pro? Tu ora conosci dove è il Caucaso, e non hai bisogno di catene se trovi che t’ho ordita qualche astuzia.
Giove. Dimmi prima la cosa importante che mi sarà di ricompensa.
Prometeo. Se ti dico dove vai ora, mi darai fede nelle altre cose ch’io ti profeterò?
Giove. E perchè no?
Prometeo. Vai da Teti, per giacerti con lei.
Giove. Sì, l’hai detto. Ma che sarà dipoi? perchè parmi che tu dica qualcosa di vero.
Prometeo. Non mescolarti affatto con la Nereide, o Giove. Chè se ella concepirà di te, il figliuolo che nascerà farà a te quel tu facesti a Saturno.
Giove. Vuoi dire, che mi torrà la signoria?
Prometeo. Non sia mai; o Giove. Ma se ti mescoli con lei, questo pericolo ti minaccia.
Giove. Dunque Teti si stia pe’ fatti suoi. Per questo che mi hai detto, Vulcano ti sciolga.
2.
Amore e Giove.
Amore. Se ho errato in qualche cosa, o Giove, perdonami, che i’ sono ancora un fanciullo e senza giudizio.
Giove. Tu fanciullo, o Amore, che sei più antico assai di Giapeto? Forse perchè non hai barba e capelli bianchi, però vuoi passare per bimbo, vecchio e malizioso che sei?
Amore. E che grande offesa t’ha fatto questo vecchio, come tu di’, che vuoi incatenarmi?
Giove. Vedi, o furfante, se è piccola offesa: ti fai giuoco di me, non c’è cosa che non mi hai fatto divenire, satiro, toro, cigno, oro, aquila: di me non hai fatto innamorar mai alcuna, non mi sono mai accorto di piacere a nessuna donna: ma mi è forza usare astuzie con esse, e nascondermi: ed esse amano il toro o il cigno, ma se vedesser me, morrebbono di paura.
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