Panope. Oggi, credo, vanno sull’Ida; e qualcuno verrà in breve ad annunziarci la vittoriosa.
Galene. Te lo dico ora io: nessuna sarà superiore a Venere nel paragone; se pure il giudice non ha le traveggole agli occhi.
6.
Tritone, Nettuno, Amimone.
Tritone. A Lerna, o Nettuno, viene ogni dì per attignere acqua una vergine, ch’è una bella cosa. Io non ricordo d’aver veduto fanciulla di più ghiotta bellezza.
Nettuno. È libera ella, o Tritone, o è un’ancella che porta acqua?
Tritone. No: ella è figliuola di Danao, una delle cinquanta, e chiamasi Amimone: i’ mi sono informato del suo nome e della casa. Questo Danao educa duramente le figliuole, vuole che facciano ogni cosa da sè, le manda per acqua, e le avvezza a far volentieri tutte le altre faccende.
Nettuno. E viene sola per sì lunga via da Argo a Lerna?
Tritone. Sola: sai che in Argo non v’è acqua, e bisogna sempre portarvela.
Nettuno. O Tritone, a parlarmi di questa fanciulla me ne hai fatto venire una gran voglia. Andiamo da lei.
Tritone. Andiamovi, già è l’ora d’attignere: ella sarà quasi a mezza via per Lerna.
Nettuno. Dunque aggiogami il cocchio: ma non perdiam tempo a porre il giogo ai cavalli, e preparare il cocchio: conducimi uno de’ più veloci delfini: cavalcherò sovr’esso subito.
Tritone. Eccoti un delfino velocissimo.
Nettuno. Bene: andiamo: tu tiemmiti presso, o Tritone. Quando saremo in Lerna, io m’appiatterò in qualche luogo, tu farai la vedetta. Come sentirai che la s’avvicina....
Tritone. Eccotela vicino.
Nettuno. Bella, o Tritone, e fresca vergine.
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