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      Ifianassa. E come v’andò? solo? o menò seco altri guerrieri? la via è sì difficile!
      Tritone. V’andò per aria, chè Minerva gli diede le ali. Come egli venne dov’elle dimoravano, e, credo, dormivano, tagliò la testa di Medusa, e tornossene rivolando.
      Ifianassa. Come le vide? Elle sono invisibili: e se uno pur le vedesse, non vedria più altra cosa.
      Tritone. Minerva gli porse lo scudo (ho udito lui stesso raccontar queste cose ad Andromeda e poi a Cefeo), Minerva su lo scudo brunito, come in uno specchio, gli fece vedere l’immagine di Medusa: ed egli afferrandole con la mano sinistra la chioma, e riguardando sempre nella immagine, con la destra armata di una falce le troncò il capo; e prima che le sorelle si destassero, rivolossene. Poichè fu su questo lido di Etiopia, volando più presso alla terra, scòrse Andromeda, esposta sovra uno scoglio sporgente in mare, legata, bellissima, con le chiome sparte che le ricopriano a mezzo le ricolme mammelle. Da prima n’ebbe pietà, e le dimandò perchè stesse a cotal pena; indi a poco se n’accese d’amore, e per salvar la fanciulla, si deliberò di porgerle ogni aiuto. E come la balena s’avvicinava terribile per divorare Andromeda, il giovanetto libratosi in aria, e brandita la falce, con una mano menavale di gran colpi, e con l’altra le mostrava la Gorgone, e la faceva divenir pietra. La belva moriva ed insieme impietriva a parte a parte, dove Medusa guardava. Egli disciolse i legami della vergine, e prendendola per mano, l’aiutò a scendere dallo scoglio tutta tremorosa e che mal si reggeva.


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Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini
Volume Primo
di Lucianus
Edizione Le Monnier Firenze
1861 pagine 494

   





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