Caronte. Questo non ha che fare col nolo. Tu mi devi dare l’obolo: e non si può altramente.
Menippo. Tornami un’altra volta nella vita.
Caronte. Bel trovato: per farmi toccar quattro busse da Eaco.
Menippo. Dunque m’hai fradicio ora.
Caronte. Mostra qui che hai nella bisaccia.
Menippo. Lupini, se ne vuoi, e rimasugli d’una cena di Ecate.
Caronte. Donde ci hai menato questo cane, o Mercurio? che ha detto durante il tragitto? che beffe, che motti a tutti i passeggieri, i quali piangevano, ed ei solo cantava?
Mercurio. Non sai, o Caronte, chi hai tragittato? L’uomo veramente libero, che non si cura di nulla. Questi è Menippo.
Caronte. Se mai ti colgo.....
Menippo. Bravo, se mi cogli; ma due volte non mi coglierai.
23.
Protesilao, Plutone e Proserpina.
Protesilao. O signore, o re, o nostro Giove, e tu, o figlia di Cerere, non isdegnate una preghiera d’amore.
Plutone. Che domandi da noi? e chi se’ tu?
Protesilao. I’ son Protesilao, figliuolo d’Ificlo, Filacio, uno de’ guerrieri Achei, e il primo che morii presso Ilio. Vi prego che mi lasciate tornare in vita per brevissimo tempo.
Plutone. Cotesta dimanda, o Protesilao, la fanno tutti i morti: ma nessuno l’otterria.
Protesilao. Io non dimando di vivere, o Plutone, ma di rivedere la sposa mia, che nuova nuova io lasciai nel talamo, e mi misi in mare: e poi quando sbarcai, misero me, fui ucciso da Ettore. Io mi struggo d’amore per lei; io, o Signore, vorrei rivederla pure un momento, e tornarmene.
Plutone. Non bevesti l’acqua di Lete, o Protesilao?
Protesilao.
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