Ismenodoro (che era stato ucciso dai ladri presso il Citerone, andando, come credo, ad Eleusi) lamentavasi, si teneva la ferita con le mani, chiamava i suoi figlioletti che aveva lasciati, e biasimava sè stesso che dovendo passare il Citerone ed i dintorni di Eleutera che son luoghi devastati dalla guerra, e nidi di ladri, si avesse menato seco soltanto due servitori, e poi portando cinque patere e quattro tazze d’oro. Arsace già vecchio e d’onorevole aspetto con un cotal piglio barbaresco mal sofferiva di camminare a piedi, e pretendeva che gli fosse menato il cavallo; chè anche il cavallo era morto con lui, trafitti entrambi d’un sol colpo da un fantaccino Trace n una mischia sull’Arasse contro i Cappadoci. Arsace s’era spinto, com’ei narrava, molto più innanzi degli altri: il Trace copertosi con lo scudo lo affronta, svia la lancia di Arsace, pone la sarissa in resta, e trapassa lui ed il cavallo.
Antistene. Come è possibile, o Crate, d’un sol colpo far questo?
Crate. È facile, o Antistene. Ei cavalcava agitando una lancia di venti cubiti; il Trace poichè con lo scudo si parò il colpo, e deviò la punta, piegando il ginocchio, presenta la sarissa al cavallo, il quale nella foga e nell’empito vi si getta sopra col petto; il ferro gli entra, e trapassa anche Arsace nell’inguine sino al lombo. Ecco come fu: più colpa del cavallo che del cavaliero. Egli adunque non poteva patire di andar confuso con gli altri, e voleva scendere a cavallo. Orite stava come un balordo, aveva i piedi sì molli che non poteva nè stare a terra nè camminare, come son tutti i Medi, i quali quando scavalcano, camminano a stenti sulle punte de’ piedi, come se andasser su le spine.
| |
Citerone Eleusi Citerone Eleutera Trace Arasse Cappadoci Trace Arsace Crate Antistene Trace Arsace Medi
|