Or non è tempo di bello stile e forbito, ma di quegli argomenti che stringono, e che s’usan nel fòro: perchè Parlachiaro è avvocato.
Diogene. Bene, l’accuserò io; e non credo dover parlare molto a lungo. E poi io sono stato offeso più di tutti, chè ieri fui venduto per due oboli.
Platone. O Filosofia, Diogene parlerà per tutti. E tu o valoroso, ricórdati che in quest’accusa sei nostro rappresentante, e dèi riguardare non pure a te, ma a tutti noi. Se abbiam qualche differenza nelle nostre dottrine, tu non parlarne ora, nè dire qual dottrina è più vera; ma solamente ti muova a sdegno quel che ha patito la Filosofia tanto ingiuriata e diffamata nelle scritture di Parlachiaro. Lascia le sètte e le differenze che sono fra noi: siam tutti filosofi; e per questo carattere comune or devi combattere. Pensa che noi abbiam commesso a te solo ogni cosa, ed a te sta il farci o rispettare, o credere quali ci ha mostrati costui.
Diogene. Non dubitate: non tralascerò nulla, parlerò per tutti. E se anche la Filosofia si lasciasse svolgere alle costui parole, e con quell’indole sua dolce e mite volesse rimandarlo assoluto, ci penserò io: gli mostrerò che non indarno noi portiamo il bastone.
La Filosofia. Bastone no: convincerlo col ragionamento, sì. Ma sbrígati: l’acqua è già versata per te; e tutto il tribunale ti riguarda attentamente.
Luciano. Gli altri seggano, o Filosofia, e sieno giudici insieme con voi: Diogene solo mi accusi.
La Filosofia. E non temi tu il suffragio di tali giudici?
Luciano.
| |
Parlachiaro Filosofia Diogene Filosofia Parlachiaro Filosofia Filosofia Filosofia Diogene Filosofia
|