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      E Parlachiaro li accuserà.
      Parlachiaro. Ben dicesti, o Virtù. Onde tu, o Sillogismo figliuol mio, affácciati su la città, e fa’ l’appello dei filosofi.
      Sillogismo. Udite, zitti. Che i filosofi montino su la cittadella a render conto di sè innanzi la Virtù, la Filosofia, e la Giustizia.
      Parlachiaro. Vedi? Pochi ci convengono, avendo capito il bando. Temono la Giustizia, ma la maggior parte non hanno tempo, e stanno attorno ai ricchi. Se vuoi che vengano tutti, fa’ il bando così, o Sillogismo.
      La Filosofia. No: fallo tu, o Parlachiaro, come vuoi tu.
      Parlachiaro. Son pronto. Udite, silenzio. Tutti quelli che dicono d’esser filosofi, e quelli che credono di meritar questo nome, vengano su la cittadella dove si fa un donativo. Si daranno a ciascuno due mine, e una schiacciata di giuggiolena. Chi ci porterà una gran barba avrà per giunta un pane di fichi secchi. Nessuno ci porti nè modestia, nè giustizia, nè temperanza; chè le non son necessarie se non ci sono. Ma cinque sillogismi sono indispensabili, chè senza sillogismi non ci è filosofi.
      E stanno in mezzo due talenti d’oro,
      Che si daranno a chi fra tutti il vantoDel più valente battaglier riporti.
      Oh, oh! che folla monta a furia, poichè han pure udito le due mine. Quelli pel Pelasgico, questi pel tempio di Esculapio, molti per l’Areopago, altri salgono pel sepolcro di Talo, ed alcuni mettono le scale al tempio di Castore e Polluce. Come s’arrampicano! che ronzio! come s’aggroppano a guisa di sciame d’api, per dirla con Omero: di qua sono assai molti, e di là


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Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini
Volume Primo
di Lucianus
Edizione Le Monnier Firenze
1861 pagine 494

   





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