Pagina (434/494)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Eccoli qui.
      Cloto. E colui che è stato ucciso dalla moglie e dall’adultero?
      Mercurio. Eccolo.
      Cloto. Menaci i giustiziati, dico i flagellati, e i crocefissi. I sedici assassinati dai ladri dove sono, o Mercurio?
      Mercurio. Qui: e vedine le ferite. Vuoi che conduca anche le donne?
      Cloto. Sì: e i naufraghi ancora, perchè son morti tutt’insieme, e a un modo. Ed i morti di febbre anche insieme, ed il medico Agatocle con essi. Ma dov’è il filosofo Cinico che doveva mangiare una cena d’Ecate, un uovo lustrale,(95) una seppia cruda, e morire?
      Il Cinico. Egli è un pezzo ch’io son qui, o buona Cloto. Che male feci io che m’hai lasciato su per tanto tempo? Hai filato per me quasi tutto il fuso: spesso ho provato di rompere il filo e venirmene, ma non mi è riuscito mai di spezzarlo.
      Cloto. I’ ti lasciava perchè tu fossi il censore e il medico dei falli degli uomini. Entra ora con la buona fortuna.
      Il Cinico. Sì: ma non prima che abbiamo fatto entrare costui che è legato: perchè temo che non te ne dica tante egli che t’infinocchi.
      Cloto. Chi è costui?
      Mercurio. Il tiranno Megapente, figliuolo di Lacide.
      Cloto. Sali tu.
      Megapente. Deh no, o Cloto regina: lascia ch’io risalga per poco su la terra: io tornerò da me senza chiamata.
      Cloto. E per qual cagione vuoi tu risalire?
      Megapente. Permettimi ch’io finisca prima il mio palagio, che ho lasciato a mezzo.
      Cloto. Tu scherzi: via, imbárcati.
      Megapente. Non ti chiedo assai tempo, o Parca: un giorno solo per dir qualche cosa a mia moglie delle ricchezze mie, dove n’ho infossato un gran tesoro.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini
Volume Primo
di Lucianus
Edizione Le Monnier Firenze
1861 pagine 494

   





Mercurio Agatocle Cinico Ecate Cinico Cloto Cinico Megapente Lacide Cloto Parca