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      Il Cinico. O Radamanto, ti prego per tuo padre, esamina me prima.
      Radamanto. E perchè?
      Il Cinico. Voglio accusare uno, che so le malvagità che ha fatto nella vita sua. I’ non sarei degno di fede se prima non si chiarisse chi son io, e come vissuto.
      Radamanto. E chi se’ tu?
      Il Cinico. Un filosofo Cinico.
      Radamanto. Vieni qui, e sii primo alla disamina. Tu, o Mercurio, chiama tu gli accusatori.
      Mercurio. Chi vuole accusar questo Cinico, si presenti.
      Radamanto. Nessuno si presenta. Ma questo non basta, o Cinico: spógliati, acciocchè io t’osservi i marchi.
      Il Cinico. E quando mai sono stato marchiato io?
      Radamanto. Quante malvagità ciascuno di voi commette nella vita, tanti marchi invisibili egli porta su l’anima.
      Il Cinico. Eccomiti nudo: ricerca cotesti marchi che tu di’.
      Radamanto. Sei tutto mondo, eccetto questi tre o quattro piccioli e quasi invisibili marchi. Ma che è questo? Son tracce e segni di fuoco: i’ non so come l’hai scancellate e rase. Come va questo, o Cinico; e come se’ tornato sì mondo?
      Il Cinico. Dirottelo. Un tempo io ero cattivo per ignoranza, e mi acquistai di molti marchi, ma subito che cominciai a filosofare, a poco a poco mi lavai l’anima da ogni macchia.
      Radamanto. Hai adoperato un buono ed efficace rimedio. Vattene ora nelle isole de’ beati in compagnia de’ buoni, dopo di aver accusato questo tiranno. Chiama gli altri tu.
      Micillo. Sbrígati anche di me, o Radamanto: non ci vuol disamina troppo lunga. Io già son nudo: riguardami.
      Radamanto. Chi sei?
      Micillo.


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Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini
Volume Primo
di Lucianus
Edizione Le Monnier Firenze
1861 pagine 494

   





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