È scritto questo discorso principalmente per te: pure potrà essere utile non solamente a voi altri che filosofate, ed a quei che coltivano gravi studi, ma ai grammatici ancora, ai retori, ai musici, a quanti insomma per un loro sapere affiancano i grandi e ne ricevono mercede. Ed avvenendo quasi le stesse cose a tutti, è chiaro che non diversa ma più vergognosa è la condizione dei filosofi, se essi si mettono in una riga con gli altri; e se i signori non li trattano punto meglio. Però qualunque spiacevolezza mi verrà detta in questo discorso ne avrà colpa prima chi la fa, poi chi se la soffre, non io, se pure la verità e la franchezza non merita pena. Per l'altra turba dei frustamestieri, degli adulatori, degli omiciattoli di poco animo e poco conoscere, non vale la pena di sprecar tempo a persuaderli, chè non si persuaderiano mai; e neppure sta bene biasimarli che non lasciano chi li prezzola, ancorchè ne ricevano grandissime ingiurie, perchè essi sono fatti a posta per questo, sono degni di questa condizione, nè saprebbero mostrar valore in altro, e se li togli da questo, non han che fare e sono soverchi al mondo. Non è dunque una vergogna per loro, non è un offesa per essi, se i signori pisciano in un orinale, come si dice; ché per essere adoperati a questa vergogna essi entrarono in casa i signori, e l’arte loro è portare e tenersi ogni cosa. Conviene dolersi per quegli uomini istruiti, di che ho detto innanzi, e tentare quanto è possibile di svolgerli e tornarli a libertà.
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