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      Ma quando tu, o bravuomo, alle calende, misto a Pirria ed a Zopirione, stendi la mano come gli altri famigli, e prendi quel tanto che ti si dà, allora ti vendi: e non bisognava banditore a chi ha bandito se stesso, e per lungo tempo ha fatto quasi l'amore con un padrone. O pezzo di bestia (direi, specialmente a chi si dice filosofo), se un nemico in mare o un pirata ti pigliasse e ti vendesse, ti accoreresti come di una grande sventura: se uno ti gettasse le mani addosso, e ti trascinasse, dicendo che sei suo servo, che grida, che finimondi faresti invocando cielo e terra? e tu, da te stesso, e per pochi oboli, e di un'età in cui se fossi nato servo dovresti cercar libertà, ti se' venduto con tutta la virtù e la sapienza, senza avere un rispetto alle tante parole che il buon Platone, o Crisippo, o Aristotele hanno sparse a lode della libertà e vituperio della servitù? E non ti vergogni di paragonarti agli adulatori, ai perdigiorni, ai parassiti; e in quella gran fitta di gente che è in Roma tu solo andare col pallio forestiero, bruttamente storpiando la lingua romana; e intervenire a quelle cene tumultuose fra genti piovute d'ogni paese, e la più parte malvagi, e quivi sbracciarti a lodare e bere sconciamente? La mattina levandoti alla campanella, che ti rompe il sonno più saporito, ti mescoli nella folla, e corri su e giù, avendo ancora alle gambe il fango del giorno innanzi. Ti mancavano forse lupini e cavoli nel tuo paese, e non vi scorrono più fonti d'acqua fresca, che tu per disperato ti sei messo a questo?


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Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini
Volume Primo
di Lucianus
Edizione Le Monnier Firenze
1861 pagine 494

   





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