Molti ti si parano innanzi, e dicono che sono nati in quel paese. La via poi non pare una nè la stessa, ma molte e diverse, e niente simili tra loro: perchè pare che una meni a levante, un’altra a ponente, una a settentrione, un’altra a mezzogiorno: questa corre lunghesso i prati, ombreggiata da alberi, inaffiata, piacevole, senza intoppi o difficoltà; quest’altra petrosa e scabra sta sotto la fersa del sole, ed è arida e faticosa. Eppure tutte odi a dire che menano alla città, che è una, ed esse mettono capo a punti oppostissimi. Ora qui sta tutto il mio dubbio. Perchè a qualunque via io mi faccia, in sull’entrata di ciascuna mi si presenta un uomo degno di riverenza in vista, che mi stende la mano, e mi esorta ad entrare in essa, dicendo che egli solo conosce la diritta via, che gli altri vanno errati, non sono andati mai in quella città, nè possono condurvi chi li segue. M’avvicino ad un altro, ed ei mi fa le stesse promesse della via sua, e sfata gli altri: così un terzo; così l’un dopo l’altro tutti. Queste vie adunque che sono tante e dissimili tra loro mi confondono e mi mettono in mille dubbi: e specialmente le guide, che mi tirano chi di qua chi di là, e ciascuno loda la via sua. Ond’io non so dove rivolgermi, e chi seguire per giungere alla città.
Ermotimo. Ti scioglierò io del dubbio. Affidati in coloro che ti hanno preceduto, e non isbaglierai, o Licino.
Licino. Ma chi? e preceduto per qual via? e dietro a qual guida? Ecco lo stesso dubbio sotto altra forma: dalle cose siam trapassati alle persone.
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Licino
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