Vedi così dove si anderebbe a parare, e lungheria che non avrebbe mai termine? Inoltre le dimostrazioni stesse non hanno niente di certo, e, trovane quante vuoi, ci avrai sempre le contrarie: e molte di esse si sforzano di chiarirci d’una cosa incerta arrecandocene un’altra incerta; ed altre ad una cosa conosciuta accozzano cose sconosciutissime e che non ci han punto che fare: e queste ghiottonerie sono chiamate dimostrazioni, come una è quella: Gli Dei esistono, perchè ne vediamo gli altari. Laonde o Ermotimo, io non so come, gira e rigira, ci troviam sempre da capo negli stessi dubbi, nello stesso smarrimento.
Ermotimo. Che mi hai fatto, o Licino! mi hai mostrato carbone invece d’un tesoro: e, come pare, ho perduti tanti anni e tante fatiche!
Licino. Ma, o Ermotimo, tu ti attristerai molto meno se ripenserai che non sei solo a rimaner senza i beni sperati; ma che tutti, per dir come si dice, contendono per l’ombra dell’asino i filosofanti. Chi mai potrebbe percorrere tutte le sètte? l’hai detto tu stesso che è impossibile. Ora mi pare che tu faccia come chi piangesse ed accusasse la fortuna perchè ei non può salire al cielo, non può andar dalla Sicilia a Cipro camminando sul mare, non può levarsi a volo e andare in un dì da Grecia in India: e t’affanni perchè forse l’hai sperato questo, o l’hai sognato, o vi hai fatto un castello senza prima considerare se desideravi cose possibili, e secondo la natura umana. E sì, o amico mio, mentre tu facevi un grande e mirabile sogno, la ragione ti ha scosso, e ti ha risvegliato; onde tu sei stizzito con essa, ed avendo gli occhi ancor mezzo aperti, non vorresti lasciare quel sogno nel quale vedevi tante dolcezze.
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