E m’inanimisce ancora il pensiero che io sono di tale città che tu, quand’eri privato, beneficasti, ed ora che sei in uffizio, séguiti a beneficare con tutta la nazione. Onde se ora mentre io parlo i voti inclinano al peggio, se le palle bianche sono più poche, tu aggiungivi il voto di Minerva, compi il numero mancante, ed anche in questo sii un verace correttore. A me non basta che già molti mi ammirarono, che ho già qualche fama, che i miei discorsi sono lodati da chi li ascolta: son tutti sogni che vanno col vento, sono ombre di lodi quelle. La verità sarà chiarita adesso: questo sarà il gran punto per me; e non si potrà più dubitare se io, per tuo giudizio, dovrò esser tenuto ottimo in dottrina, o di tutti....... ma non voglio dir parole malagurose, cimentandomi in questa gara. Deh, fate, o Dei, che io paia degno di conto, e confermate la lode che altri m’ha data; acciocchè per l’avvenire io con fiducia mi presenti in pubblico: chè nessuno stadio fa più paura a chi ha vinto nei gran giuochi olimpici.
XXIV.
LO SCITA,
oIL PROTETTOR DEL FORESTIERE.
Non fu Anacarsi il primo che venne di Scizia in Atene per desiderio della gentilezza greca; ma prima di lui fu Tossari, savio uomo e vago di conoscere le belle cose, e le buone istituzioni; non di stirpe reale, nè di nobili incappellati,(16) ma popolano scita, e di quelli che sono chiamati ottopiè, cioè padrone di due buoi e d’un solo carro. Questo Tossari non tornò più in Scizia, ma si morì in Atene: e non guari dopo gli Ateniesi lo tennero come eroe, ed ora offrono sacrifizi al Medico forestiero: chè, divenuto eroe, s’acquistò quest’altro titolo.
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