Io dico che l’ottimo storico deve avere due cose principalissime, prudenza civile e facoltà di dire: quella è dono di natura e non s’impara, questa col molto esercizio, la continua fatica, e l’imitazion degli antichi si può acquistare. Per queste due cose dunque non è bisogno d’arte, nè di consigli miei. Questo mio libro non dice che può dar senno e discernimento a chi non ne ha per natura, chè ei sarebbe un prezioso, anzi un unico libro se potesse mutare e trasformare il piombo in oro, o lo stagno in argento, o far di un Conone un Titormo, o di un Leotrofido un Milone.(25) — Sì: ed allora l’arte ed i tuoi consigli a che giovano? — Non a creare in te facoltà nuove, ma a farti usare convenevolmente quelle che devi avere. Così appunto Icco, Erodico, Teone, e tutti gli altri maestri di ginnastica non ti promettono di pigliare un Perdicca (se pur costui diventò tisico per amor della matrigna, e non Antioco di Seleuco che s’innamorò di Stratonica), e fartene un vincitore d’Olimpia, emulo di Teagene Tasio o di Polidamante Scotusseo; ma dato loro uno che abbia naturale disposizione alla ginnastica, essi te lo rendono migliore con la loro arte. Io non mi do lo sciocco vanto di aver trovato un’arte in cosa sì grande e difficile; non dico che ti piglio uno, e ne fo uno storico: ma a chi è di buono intelletto ed è bene esercitato nel dire io addito alcune vie diritte (se pur paiono diritte), battendo le quali più presto e più facilmente si può giungere allo scopo. E non mi dire che un uomo d’intelletto non ha bisogno di arte e di precetti per apprendere ciò che non sa: perchè se così fosse ei sonerebbe la cetera senza averlo imparato, sonerebbe i flauti, e saprebbe ogni cosa.
| |
Conone Titormo Leotrofido Milone Icco Erodico Teone Perdicca Antioco Seleuco Stratonica Olimpia Teagene Tasio Polidamante Scotusseo
|