In tutte queste cose usi una certa misura, senza sazietà, senza sconvenienza, senza fanciullaggini, ma narri con certa disinvoltura; e menato un fatto ad un certo punto, passi ad un altro più importante, e sbrigato questo, ritorni al primo, che lo richiama: badi a tutto, vada con l’ordine dei tempi, quanto è possibile: trasvoli dall’Armenia nella Media, e di là ad un tratto in Iberia, e poi in Italia, affinchè abbracci tutto a un tempo. La sua mente sia simile ad uno specchio puro, lucente, piano: come riceve l’immagine, così la presenti; senza rivolgere, scolorare, trasfigurar niente. Lo storico non scrive come il retore, ma ciò che deve dire ei l’ha, perchè già è fatto; ei deve ordinarlo ed esporlo: onde non gli bisogna cercare ciò che deve dire, ma come deve dirlo. Insomma lo storico è come Fidia o Prassitele, o Alcamene, o altro scultore, i quali non fecero essi l’oro, l’argento, l’avorio, o altra materia, ma l’ebbero dagli Elei, dagli Ateniesi, dagli Argivi; ed essi solamente le diedero forma, segarono l’avorio, lo polirono, l’incollarono, l’incastrarono, l’infiorarono d’oro: e questa era l’arte loro, convenevolmente disporre la materia. Tale adunque è anche l’arte dello storico, disporre bellamente i fatti, e narrarli lucidissimamente. E quando chi ascolta crede dopo tutto questo di vedere quel che si narra, e poi lo loda, allora, solamente allora, l’opera è ben lavorata, e chi la fece merita di esser lodato come il Fidia della storia.
Preparato ogni cosa, anche senza proemio talvolta si comincerà, quando non v’è stretta necessità di dichiarare alcuna cosa innanzi: allora terrà luogo di proemio un’esposizione chiara delle cose che vanno dette.
| |
Armenia Media Iberia Italia Fidia Prassitele Alcamene Elei Ateniesi Argivi Fidia
|