Or deh, considerate punto per punto ogni cosa, se ho tralasciato nulla che la legge vuole, se mi manca nulla che si richiede in tirannicida. Primamente ei dev’essere d’animo generoso, amante della patria, voglioso di mettersi a pericoli pel bene comune, non curante di morire per la salute del popolo. Ho temuto io? mi sono scuorato? o pensando a’ pericoli mi son ritirato indietro? No. Ritieni questo solo per ora, e credi che pel solo volere, pel solo consiglio, ancorchè non ne sia venuto effetto buono, e pel saldo proponimento dell’animo io voglia il premio dei benemeriti. Se io non avessi potuto: se altri dopo di me avesse ucciso il tiranno, saria forse irragionevole ed assurdo il darmelo? specialmente se io dicessi: O cittadini, io l’ho meditato, l’ho voluto, l’ho tentato, io pel solo buon volere son degno d’un premio: che mi risponderesti allora! – Ora io non dico questo: ma, io sono salito, ho affrontato il pericolo, ho fatto mille pruove prima di uccidere il giovane. E non credete che sia cosa facile ed agevole superar la custodia, vincer le guardie, uno solo rovesciar tanti: anzi questa è l’opera maggiore e capitale nel tirannicidio. Non è difficile cogliere e spacciare un tiranno, ma quelli che custodiscono e sostengono la tirannide: vinti questi, il meglio è fatto, l’altro è niente: ed io non poteva giungere a lui se non atterrati i suoi cagnotti, e vinte tutte le guardie. Or questo mi basta, a questo punto rimango: ho superate le guardie, vinti i custodi, ridotto il tiranno senza difesa, inerme, nudo.
| |
|