Una volta sola l’hai generato, una volta sola allevato, e per questo una volta sola puoi diredarlo, e quando n’hai giusta cagione; ma quel farlo sempre, e continuamente, e per ogni inezia è tutt’altro che patria potestà. Deh, non permettete a costui, o giudici, il quale mi ha spontaneamente richiamato, ed annullato il giudicato d’un tribunale, e deposto lo sdegno, che mi dia di nuovo la stessa pena, e ricorra alla patria potestà, che ormai è fuori stagione, e non vale più essendo stata con quel primo atto consumata e spodestata. Vedete come si fa negli altri giudizi: quando i giudici sono cavati a sorte, se uno crede ingiusta la loro sentenza, la legge sì gli concede appellare ad un altro tribunale: ma quando le parti scelgono gli arbitri per averne il lodo, allora no; perchè da principio potevi volerli e non volerli; l’hai scelti da te; ora è forza star contento al loro giudicato. Così anche tu potevi non raccettare colui che credevi indegno della tua famiglia: l’hai creduto buono, e l’hai raccettato: ora non puoi più diredarlo. E che egli non meriti di avere un’altra volta questo affronto, tu stesso lo hai attestato, ed hai confessato che egli era buono. Irretrattabile adunque dev’essere laraccettazione, salda rimanere la riconciliazione dopo un tanto giudizio, e due tribunali, che l’uno fu quel primo dal quale ottenesti di scacciarmi, e l’altro fu la tua coscienza nella quale mutasti consiglio, e revocasti quel giudicato: avendo annullato quel primo, aggiungi autorità al partito che hai preso dipoi.
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