Noi altri, come dicevo nel principio di questo ragionamento, osserviamo innanzi tutto la natura del corpo dell’infermo, e la sua complessione; se è di temperamento caldo o freddo, se giovane o provetto, grande o piccolo, grasso o magro, e via discorrendo. E dopo che uno ha bene osservato tutte queste cose può meritar fede quando ei pronostica, e o sfida, o promette la sanità. Inoltre la pazzia è di mille specie, ha moltissime cagioni, ed anche nomi diversi. Non è lo stesso delirare e vaneggiare, e furiare, e impazzire, ma queste sono parole indicanti il maggior o minor grado della malattia. Le cagioni poi altre sono negli uomini, altre nelle donne: tra gli uomini quelle dei giovani sono altre da quelle dei vecchi: così per esempio nei giovani spesso è una soverchianza di vita: nei vecchi una calunnia inaspettata, una strana collera che si rovescia spesso su i familiari, da prima sconturba l’intendimento, e poi a poco a poco mena alla pazzia. Le donne poi molte cause le colpiscono, e facilmente le portano a questa infermità: un grande odio contro qualcuno, un’invidia contro un nemico fortunato, un dolore, una collera, una di queste passioni cova lungamente in loro, cresce, e la pazzia scoppia. Così, o padre, è avvenuto alla tua donna, che forse avrà avuto qualche fresco dispiacere. Ella non voleva male a nessuno, ma ella è ammalata, e di tal male che nessun medico può risanarla; e se altri ti promette di sì, se altri la risana, allora odiami pure che t’ho offeso. E non ho difficoltà di dirti, o padre, un’altra cosa, che se anche costei non fosse disperata, ma desse qualche speranza di salvars
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