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      A udire questo ebbi orrore del malvagio disegno di quell’uomo, detestai quella sua macchina scelleratamente ingegnosa, e gli diedi il castigo che si meritava. Via su, dissi, o Perilao, se la tua promessa non è vana, mostraci la pruova dell’arte tua, entravi tu stesso, ed imita la voce de’ tormentati, acciocchè vediamo se pei flauti esce quel suono che tu dici. Ubbidisce Perilao, e come egli è dentro, io lo fo chiudere, e mettervi fuoco sotto, dicendo: Ricevi il degno premio della tua mirabile arte; tu hai inventata questa musica, e tu primo la sonerai. E se lo meritò quell’ingegnoso ribaldo. Lo feci cavare ancor vivo e boccheggiante, acciocchè non contaminasse l’opera morendovi dentro, e comandai che senza seppellirlo lo precipitassero da una rupe. Purificato il toro, l’ho mandato a voi per offerirlo al dio, e vi ho fatto scolpire tutto il racconto del fatto, il nome mio che l’ho offerto e dell’artefice Perilao, la sua invenzione, la mia giustizia, la pena adatta, il canto dell’ingegnoso fabbro, la prima pruova della musica. Voi, o Delfi, farete una cosa giusta se coi miei legati farete un sacrifizio per me, ed allogherete il toro in un bel luogo nel tempio, acciocchè tutti veggano chi sono io verso i malvagi, e come punisco la loro soverchia diligenza al male. Questo solo basta a mostrar l’animo mio: Perilao punito, il toro offerto, non serbato per tormentare altri, non avendo muggito che dei soli muggiti del fabbro: in lui solo feci la pruova dell’arte, e non volli che si udisse mai più quel brutto e feroce suono.


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Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini
Volume Secondo
di Lucianus
Edizione Le Monnier Firenze
1862 pagine 538

   





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