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      Fatte alcune batoste tra loro, pur la spuntò Alessandro: ed andati in Calcedonia (che questa città parve loro fosse pur buona a qualcosa) nel tempio di Apollo, che è antichissimo tra i Calcedonesi, nascondono sotterra alcune tavole di bronzo, su le quali era scritto, che tra breve Esculapio con suo padre Apollo saria nel Ponto, ed abiteria in quel di Abonotechia. Trovate opportunamente queste tavole, subito ne fecero spargere la fama in tutta la Bitinia, nel Ponto, e specialmente in Abonotechia, dove quei gonzi subito risolvettero di rizzare un tempio, e si messero a cavarne le fondamenta. In questo mezzo Cocconate rimasto in Calcedonia per iscrivere certe dubbie, voltabili ed oblique risposte dell’oracolo, brevemente si morì, credo, per morso d’una vipera.
      Alessandro fa la sua entrata pomposamente, con una gran zazzera a ricci, tunica listata di bianco e di porpora, mantello tutto bianco, ed una falce in mano, per imitare Perseo, del quale si diceva discendente per madre: e quei lasagnoni de’ Paflagoni che ne conoscevano il padre e la madre, poveri entrambi ed oscuri, credevano all’oracolo che diceva:
      Progenie di Persèo, caro ad Apollo,
      Ecco il divo Alessandro, puro sangueChe uscì di Podalirio dai lombi.
      E questo Podalirio fu un lascivo ed impazzato femminiere che venne da Tricca(35) sino in Paflagonia per giacersi con la madre d’Alessandro! S’era anche sparso un altro oracolo della Sibilla, che profetava così:
      Sul lido dell’Eussin, presso a Sinope,
      Sotto l’impero delle genti ausonie


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Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini
Volume Secondo
di Lucianus
Edizione Le Monnier Firenze
1862 pagine 538

   





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