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      Non dico io già che la gente periva per quella scritta, ma avveniva così per caso. E forse molti confidandosi troppo in quel verso, spensierati stravizzavano, e non davano un po’ d’aiuto all’oracolo per iscacciare il male, tenendosi bastantemente protetti da quelle sillabe, e dall’intonso Febo, saettatore della peste. Inoltre aveva stabiliti in Roma stessa molti suoi esploratori, i quali lo informavano dell’indole di ciascuno di quei grandi, delle dimande che gli farebbero, de’ loro desiderii, affinchè egli fosse pronto alle risposte prima di giungere i messi. E questa era una gran tela di furberie ch’egli aveva ordita in Italia.
      Stabilì ancora alcuni misteri con processioni e faci, e altre cerimonie, che duravano tre giorni. Nel primo se ne faceva il bando, come in Atene, con queste parole: Se un ateo, un cristiano, un epicureo viene a spiare i misteri, fugga via: i credenti nel nostro dio li celebrino col buono augurio. Dipoi cominciava la processione. Egli andava innanzi e diceva: Fuori i Cristiani! e la moltitudine rispondeva: fuori gli Epicurei. Poi si rappresentava il parto di Latona, la nascita di Apollo, le sue nozze con Coronide, dalla quale nasceva Esculapio. Nel secondo giorno si celebrava l’apparizione di Glicone nel mondo, e la nascita del Dio. Nel terzo giorno le nozze di Podalirio e della madre di Alessandro, la quale chiamavasi Teda, ed in suo onore si bruciavano tede: infine gli amori di Alessandro e della Luna, e la nascita della moglie di Rutiliano. Portava la teda, e faceva da ierofante l’Endimione Alessandro.


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Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini
Volume Secondo
di Lucianus
Edizione Le Monnier Firenze
1862 pagine 538

   





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