Talvolta senza essere dimandato, senza che nessuno gli avesse mandato a chiedere, ei profetava così a caso, per parere più mirabile a quei baccelloni: ed una volta disse così:
Tu vuoi saper chi Calligenia tuaSopra il tuo letto ascosamente in casa
Contaminò? Protogene tuo servo,
Cui tu fidavi ogni segreta cosa.
Tu lui disonorasti, ed ei tua moglie;
E con l’oltraggio vendicò l’oltraggio.
Ora entrambi t’apprestano un veleno,
Sì che del loro oprar tu non t’accorgi:
Ma sotto il letto troverai la tazzaVicino al muro dove poggi il capo;
E l’ancella Calipso è nel segreto.
Qual Democrito non si saria turbato udendo indicare persone e luoghi sì precisamente, sebbene subito dipoi ne avria riso scoprendo perchè erano così indicati?
Anche ai barbari talvolta dava responsi nella stessa lingua che domandavano, come in Siriaco o in Celtico, trovando facilmente alcuni di quei paesi ond’erano coloro che lo interrogavano. E però egli metteva molto tempo tra la dimanda e la risposta, per avere spazio di sciogliere le polizze accuratamente, e trovare chi sapesse leggerle. Siffatto fu l’oracolo dato ad uno Scita.
Morfi erbagulis is schien chnenchierac lipsi faos.(42)
Un’altra volta non essendovi alcuno che il dimandasse, uscì, a un tratto con queste parole in prosa: «Ritorna indietro: chi ti mandò è stato ucciso oggi dal suo vicino Diocle, e dai ladri Magno, Celere e Bubalo, che già son presi e imprigionati.»
Odi ora alcuni oracoli dati a me. Avendogli io dimandato: È calvo Alessandro? e sigillata la polizza accuratissimamente, ei vi scrisse su quest’oracolo notturno: Malac figliuolo di Sabardalac era un altro Ati.
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