I quali, cred’io, nelle battaglie vedevano la sua leggerezza e sveltezza, che si aveva acquistato pel ballo. I versi dicono così:
O Merion, benchè sei danzatore,
La mia lancia t’avria ferme le gambe....
E non gliele fermò le gambe, chè egli usato al ballo facilmente schivò il colpo. Potrei nominarti molti altri eroi, che si piacquero di questo esercizio, e lo tennero come un’arte; ma mi basti Neottolemo, figliuolo d’Achille, e danzatore eccellentissimo, che trovò una nuova bellissima danza, dal suo nome detta Pirrica. Ed Achille udendo questa invenzione del figliuolo, credo, se ne compiacque più che della bellezza e fortezza di lui. E così Ilio, fino allora rimasto invitto, da questo danzatore fu preso e spianato. I Lacedemoni, che sono tenuti i più valorosi dei Greci, appresero da Castore e Polluce la Cariatica, che è una specie di danza che imparano in Cario, borgo di Laconia: in tutto quello che fanno non si scordano mai delle Muse, sino a combattere a suon di flauto, a cadenza, a passi misurati: ed il segnale della battaglia è dato ai Lacedemoni dal flauto. E così vinsero tutti, guidandoli la musica e la misura. Ed anche al presente si può vedere i loro giovani che imparano non meno a danzare che a schermire: chè quando, dopo di esser venuti alle mani e date e ricevute picchiate, cessano, l’esercizio finisce col ballo. Un flautista sta in mezzo, e sonando batte il tempo col piede: essi in fila l’un dopo l’altro, e camminando a battuta, fanno atteggiamenti d’ogni maniera, ora di battaglia, ora di ballo, che piacciono a Bacco ed a Venere.
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