E passando in Etolia, vi troverà anche molto la mimica, Altea, Meleagro, Atalanta, il tizzone, la lotta del fiume e di Ercole, la nascita delle Sirene, le Echinadi sorte dal mare, ed Alcmeone che dopo la pazzia stabilisce la sua casa; poi Nesso, e la gelosia di Deianira, onde la pira di Ercole sull’Oeta. La Tracia ancora ha molte cose necessarie al mimo, Orfeo, il suo strazio, la sua testa parlante e galleggiante presso la lira, l’Emo, il Rodope, la pena di Licurgo. Ed anche di più ne ha la Tessaglia, Pelia, Giasone, Alceste, la spedizione dei cinquanta giovani, e la nave Argo con la carena parlante: e quel che avvenne in Lenno, Aeta, il sogno di Medea, come ella sbranò Absirto, e quel che fece nella fuga; dipoi Protesilao e Laodamia. E tornando in Asia, quivi è molta materia di drammi. Samo, e il caso di Policrate, e il vagare della sua figliuola sino in Persia: e più antichi fatti, la garrulità di Tantalo(52), il convito che egli fece agli Iddii, le cotte carni di Pelope, e l’omero rifattogli d’avorio. In Italia, l’Eridano, Fetonte, e le sue sorelle che pel gran piangere diventano pioppi da cui geme l’ambra. Conoscerà egli ancora le Esperidi, e il dragone custode dei pomi d’oro, e la fatica d’Atlante, e Gerione, e i buoi menati da Eritia(53). Egli non ignorerà tutte le favolose trasformazioni in piante, in fiere, in uccelli, e quante donne diventarono uomini, come Ceneo, Tiresia, ed altri. In Fenicia poi Mirra, e Adone pianto a vicenda e festeggiato; ed altri fatti più recenti, e posteriori all’impero dei Macedoni, egli conoscerà, e quanto ardì fare Antipatro, e quanto Seleuco per amore di Stratonica.
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