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      » E per l’altra dei misteri disse: «La cagione che io non mi son fatto iniziare nei vostri misteri è questa: se ei sono cattivi, io non potrei tenermi di parlarne ai non iniziati, e svolgerli dall’entrare in queste orgie; se ei son buoni, io ne parlerei a tutti per amore dell’umanità.» Onde gli Ateniesi, che già avevan dato di mano ai sassi per lapidarlo, a un tratto si rabbonirono, e gli diedero favore; e da allora in poi cominciarono a stimarlo, ad onorario, ed infine ad ammirarlo. Eppure le prime parole della sua difesa erano state molto acerbe; chè egli aveva cominciato così: «O Ateniesi, eccomi coronato come vittima, sacrificate anche me; chè da molto tempo non avete fatto un bel sacrifizio.»
      Voglio ora riferire alcuni de’ suoi detti arguti e leggiadri, e comincerò da certe risposte che ei diede a Favorino.
      Favorino avendo saputo da un tale che i suoi discorsi erano derisi da Demonatte, specialmente perchè ei vi metteva di molti versi che li rendevano bassi, molli ed indegni della filosofia, andò da Demonatte, e dissegli: Chi se’ tu che biasimi le cose mie? — Un uomo, ei rispose, che non si lascia pigliar per gli orecchi. Noiandolo il sofista, e dimandandogli: Di che eri provvisto, o Demonatte, che giovanetto entrasti nella filosofia? — Delle coglie, rispose. Un’altra volta lo stesso Favorino venne a lui, e gli domandò quale setta egli più amava in filosofia. Chi ti ha detto che io sono filosofo? ei rispose; ed andandosene rideva assai piacevolmente. Quei gli dimandò perchè ridesse; ed egli: Perchè mi pare cosa ridicola che tu vogli dalla barba distinguere i filosofi, tu che non hai barba.


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Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini
Volume Secondo
di Lucianus
Edizione Le Monnier Firenze
1862 pagine 538

   





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